Buongiorno sognatori! Oggi facciamo un altro viaggio, tutti a bordo verso l'isola del Titano ad assaporare ricette buonissime, dove gli ingredienti di base sono: misteri, segreti, passato, amicizia, amore ma sopratutto, sogno.
Un'isola
lontana in cui tutto è possibile. Dove il vento parla di antichi
misteri. Solo la magia dei dolci può svelarli.
Elettra ha imparato
da sua madre che il cibo è il modo più semplice per raggiungere il
cuore delle persone. Ed è proprio la scia del profumo di panini
all'anice, amaretti, guelfi a farci da guida per tutto il romanzo.
Elettra, da quando sua madre Edda è entrata in coma ha troppe
domande che esigono risposta, le porta nel cuore e la turbano
continuamente, perché lei deve capire chi è e sopratutto deve
conoscere la vera Edda, quella donna da un misterioso passato, che
non ha mai voluto svelare a sua figlia.
“La
cucina non ha mai fatto per me, e lo sapevi.”
Edda lavorava a La
bottega dei sogni, sfornava pane e dolci, tutti amavano le sue
prelibatezze, ma Elettra non avrebbe mai voluto seguire le orme di
sua madre, lei aveva altri obiettivi e sogni. Ma il suo destino era
d'accordo?
"Erano
ore che Elettra fissava la statuetta della Santa, in quella casa che
per anni aveva condiviso con Edda."
Santa Elisabetta, la patrona dei panettieri e degli ospedalieri: tutto iniziò da questa statua, alla quale Edda era molto devota. Piccoli dettagli trovati in quella casa ormai vuota, portarono Elettra al di là del mare alla ricerca di qualcosa che le avrebbe cambiato completamente la vita. Alla ricerca del Convento di Santa Elisabetta con lo zaino pieno di panini all'anice.
Santa Elisabetta, la patrona dei panettieri e degli ospedalieri: tutto iniziò da questa statua, alla quale Edda era molto devota. Piccoli dettagli trovati in quella casa ormai vuota, portarono Elettra al di là del mare alla ricerca di qualcosa che le avrebbe cambiato completamente la vita. Alla ricerca del Convento di Santa Elisabetta con lo zaino pieno di panini all'anice.
"Il
traghetto, l'unico che collegava l'isola alla terraferma con partenze
settimanali, entrò nelle acque riparate della baia lasciandosi alle
spalle una scia di spuma dorata e un viaggio interminabile. […] Di
fronte a lei, possente, la ragione del nome mitologico dell'isola: un
titano che, sdraiato su un fianco, riposava su un enorme giaciglio
verdeggiante."
Non oso svelare
altro della storia, perché è ricca di colpi di scena, di suspense,
di emozioni che devono piombarvi addosso all'improvviso mentre siete
immersi nella lettura; così come è successo a me. Avevo lo stomaco
contratto per ore, come se stessi vivendo ogni scena al posto di
Elettra.
Vi posso dire però
che conoscerete personaggi meravigliosi: donne forti con storie molto
coinvolgenti alle spalle, donne indipendenti dopo una tragedia che ha
colpito l'isola; conoscerete anche personaggi folli, abitanti vestiti
di tradizioni, conoscerete così tante persone che alla fine del
libro vi stupirete non ritrovarvele accanto.
Valentina Cebeni è
una penna magica, quella che ho trovato per la prima volta in
Cristina Caboni con i suoi due meravigliosi romanzi. Uso questo
termine perché è il tipo di scrittura capace di incantare, di
travolgere il lettore con una raffinatezza e dolcezza che ti lascia
senza parole.
L'uso ricercato
delle parole, i dettagli descritti alla perfezione, come se scelti
uno per uno per descrivere al meglio il sentimento più nascosto del
cuore di Elettra, le sue sofferenze, o ancora il profumo dei dolci
che quasi riuscivo a sentire nell'aria.
Un
libro che mi ha smosso l'anima. Ho sempre amato questo tipo di
scrittura, frasi poetiche a volte melodiche, così profonde, precise,
scritte con la stessa frequenza del battito del cuore, come ho
ribadito all'autrice qualche mese fa dopo averlo terminato.
Ci
sono libri che una volta letti, il giorno dopo si può passare
tranquillamente ad un altro senza alcuna ferita aperta o lacrima
ancora ingabbiata nell'occhio, ma la storia di Elettra non è tra
questi.
Il
giorno dopo mi era rimasta ancora qualche briciola di pasta di
mandorle nel cuore, qualche focaccina alle mele in tasca, chiodi di
garofano negli occhi e miele nelle mani. Mi guardavo in giro in cerca
di Lea, Nicole, Sabine, ma soprattutto Adrian! Per un po' di giorni
li vedevo ovunque, nella cappella, al bar e così via, fin quando
hanno imparato che la cosa migliore fosse restare per sempre nella
grande biblioteca del mio cuore.
Io
ce l'ho fatta, ho scoperto la ricetta segreta per un sogno, ovvero,
leggere un libro avendo l'impressione che sia la protagonista a
prendervi per mano e mostrarvi ogni luogo, a farvi impastare
marzapane, a farsi abbracciare in momenti di sconforto, a lottare per
conoscere la propria vita, il proprio passato aiutata dalla
solidarietà di donne meravigliose. Perché d'altronde qual è la
ricetta migliore per un libro? Farci sognare.
Ringrazio
Valentina Cebeni per questo. Ho avuto il piacere di conoscerla
durante il tour in Sardegna e posso garantire che non ha deluso per
niente le mie aspettative, la immaginavo proprio così: dolce e
delicata come il suo romanzo.
Per
farvi capire il suo modo di pensare, vorrei condividere con voi una
delle belle frasi che ho memorizzato alla presentazione: “Secondo
me il pregiudizio si combatte con la libertà ”.
Ho
conosciuto una parte di Elettra!
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