“Un’offerta di pace”, disse, e io rabbrividii ancora al suono della sua voce profonda ed elegante. “Sembrerebbe che io le metta paura, per qualche assurda ragione”. […] “Non finirò questo shooting finchè non mi avrà detto di più di sé. Il tempo e denaro”. Sorrise. “E il capo va fatto felice”.

“Non sono riuscito a far cambiare idea a Benito”, mi informò Caine. “Quel bastardo è uno che serba rancore”. Se non fossi stata tanto delusa da quella notizia avrei riso. “Ma…”. “Così ci ho pensato un po”, mi interruppe, “ e potrebbe lavorare per me. Però dovrebe investire un po’ nel giusto abbigliamento”. […] Come poteva quell’uomo passare dal non volermi mai più vedere all'offrirmi un impiego che mi avrebbe portata a stargli tra i piedi tutto il giorno? Letteralmente. “Ma… avevo capito che non volesse più saperne di me”. Caine socchiuse gli occhi. “Mi serve una segretaria che soddisfi tutti i miei desideri e le mie richieste immediatamente. Non è cosa facile da trovare… la maggior parte della gente ha una vita privata. Lei invece è in una situazione disperata, e per come la vedo io, è in debito con me”. Tornai subito in me a quell'accenno ai fatti passati. “E quindi cos'è …una specie di vendetta? Mi farà finire anzitempo dentro una bara?”. “Qualcosa del genere”, rispose con un sorriso. “Ma sarà una bara confortevole”.

“Dov’è Arnold? E la videoconferenza?”. Si strinse nelle spalle. “Evidentemente non ho fatto in tempo e lui se l’è sbrigata da solo”. “Senza di lei?”, domandai, incredula. Fece di nuovo spallucce. “Lascia che ti accompagni a casa”. “Ha mentito? Mi ha mentito per portarmi via dalla festa?”. “Io non mento”, ribatté. Parve offeso. “Io manipolo le persone. È così che sono diventato ricco. Ora fatti portare a casa”. […] “Lei mi ha mentito per farmi andare via dalla festa allontanandomi dal mio cavaliere. Possibile che sia davvero tanto snob?”. “Non è quello”, scattò, la collera che gli illuminava gli occhi. “Non ti volevo lì e lo avevo fatto capire. Quando voglio davvero una cosa la ottengo. Pensavo che ormai ti fosse chiaro”. […] ”Non farai altro che ferirmi e umiliarmi. Hai intenzione di farmela pagare per quello che ha fatto lui”. Il suo silenzio alimentò la mia rabbia. “È così, vero?”, urlai. Mi ritrovai di colpo con la schiena contro il muro, spinta da Caine, che mi intrappolava con le braccia, le mani premute sulla parete sopra la mia testa. L’emozione bruciava nelle sue pupille. “Io non penso che tu sia inferiore a me”. Per la sorpresa di trovarmi imprigionata in quel modo la mia bellicosità era scesa di un paio di tacche. “E allora perché sei stato così crudele?”, sussurrai. Ora nei suoi occhi balenava il rimorso. “Non era mia intenzione… è solo che non ti volevo là. Con lui”. “Cai…”. La sua bocca piombò sulla mia, inghiottendo il mio gemito scioccato ed eccitato.”

Bhè… come si dice? Chi disprezza compra!!!

Ma non sarà tutto facile, dovranno fare i conti con le proprie insicurezze e con diverse questioni irrisolte e non dimentichiamoci della famiglia Holland, infatti a parte il nonno, il resto è all’oscuro della vita che Alexa conduce a Boston e di certo frequentare un uomo che spesso finisce sulle copertine, non aiuta.

Ma altri problemi e segreti incombono su di loro… ma non ve li svelerò, lascio a voi il piacere di leggere questo meraviglioso romanzo e di innamorarvi della penna di Samantha Young, che dopo la “On dublin street series” è diventata una delle mie autrici preferite.

Una penna scorrevole, senza fronzoli e con delle belle descrizioni, mai pesante, che non mancherà di emozionarvi e di farvi entrare in empatia con i personaggi. Un romanzo, sicuramente entrato a far parte della top ten dei libri più belli del 2017!!!