Mi addormento e  mi ritrovo in un incubo, sempre lo stesso ormai da troppo tempo.
Ci sono tutti i personaggi del mio primo romanzo, il mio capolavoro. Se un tempo fui uno scrittore di successo, lo devo a loro, alle emozioni che li fecero vivere e uscire da quelle pagine piatte, da quei ritratti altrimenti impalpabili. Sono felice di vederli, sono proprio come li avevo immaginati. I loro vestiti, le loro espressioni e perfino i loro odori penetrano nella mia pelle creandomi un'angoscia mista a felicità che non so descrivere. Mi avvicino ad uno di loro, quello che più amo perché più simile a me, ma subito vengo respinto e cacciato a male parole.
Non capisco il motivo di tanto odio, quindi torno ad avvicinarmi, cerco di trattenerlo chiedendogli una spiegazione, ma lui scappa e lo perdo nel limbo della notte e forse di me stesso.E' una brutta sensazione quella che provo, è un disagio profondo che mi ribalta lo stomaco e la mente. Le loro espressioni, i colori stinti e quelle sagome non definite trasudano odio nei miei confronti. Tutto improvvisamente diventa fumoso, impalpabile. Mi rincorrono ed io scappo correndo come un pazzo. Sento il rumore delle mie scarpe di cuoio battere sull’asfalto bagnato ed il mio respiro affannoso, disperato amplificarsi nel silenzio della notte.Apro gli occhi in un sussulto: la camicia madida di sudore, mi manca l’aria.